La Grappa: Origine e Storia.

IL DISTILLATO ITALIANO PER ECCELLENZA, VEDIAMO DOVE E COME NASCE. 

La grappa è un prodotto italiano, fabbricato da molti anni utilizzando la vinaccia residua della vendemmia.

Non è semplice capire come e quando esattamente nacque la grappa, ma questo merito della scoperta va agli alchimisti che, attraverso la distillazione, cercavano la ‘quinta essenza’. Quello che si ricercava era una sostanza eterea e irraggiungibile a livello conoscitivo: l’aquavitae, meglio detta “l’acqua che dà la vita”, il puro spirito. Per arrivare al distillato, così come lo conosciamo oggi, ci sono voluti secoli di ricerca tra rudimentali alambicchi e primitivi utilizzi di vinacce.

Nel IV–III secolo Zosimo di Panopoli scrisse il più antico testo conosciuto di alchimia, e fu proprio lui a descrivere l’invenzione di un alambicco a tre beccucci (tribikos) inventato da Maria L’Ebrea che, secondo la tradizione, altro non era la sorella di Mosè, Myriam.

“Se non rendi incorporei i corpi e non rendi corporee le cose prive di corpo, il risultato atteso non ci sarà.”

In questo “aforisma alchemico” è chiaramente deducibile una continuità fra la dimensione corporea e quella spirituale (incorporea), che operativamente si coglie nel processo di distillazione. Grazie a queste scoperte, si iniziarono i primi processi di distillazione, che furono descritti da due dei più grandi alchimisti arabi: Rhases e Avicenna. Dopo di loro, descrisse alcuni apparecchi l’alchimista Geber.

Un fondamentale ruolo lo ebbe la Scuola Medica Salernitana, che dal X secolo, perfezionò e affrontò, nei suoi monasteri, la materia della distillazione, perfezionando così il processo di distillazione. In questi luoghi di cultura, troviamo saggi come Alberto Magno che parlò di “aqua ardens”, liquido molto leggero ottenuto dal vino, così leggero da galleggiare sull’olio d’oliva.

L’acquavite fu prodotta anche da Taddeo Alderotti di Firenze, erudito scienziato e filosofo del 1200, che nel codice vaticano Consilia del 1276, descrive la produzione del distillato ottenuta grazie alla doppia distillazione utilizzando anche il serpentino che veniva immerso in acqua fredda in modo da permettere la condensazione del vapore.

Prese sempre più piede così la produzione dell’acquavite e il medico Padovano Michele Savonarola (1384–1462) pubblicò il primo trattato su questo argomento: De Conficienda Aqua Vitae.

Nel XVII secolo si ebbe una forte crescita nel campo della distillazione, tra alambicchi a sette teste e aperture di centinaia di distillerie solo in Olanda. Il gesuita, matematico e naturalista Francesco Terzi Lana (1631–1687) pare esser stato il primo ad aver ottenuto alcol dalla distillazione di vinacce e non più di solo vino. Potremmo osar forse dire che fu lui, il primo, a distillare grappa.

Quindi, la vinaccia, iniziò ad essere distillata tra il XIV e XV secolo, e il suo prodotto, la grappa, derivante dal distillato delle bucce, dei semi e dei raspi aveva sicuramente un gusto molto secco e pungente.

Nel 1779, vicino al ponte sul fiume Brenta, posizione tattica per il commercio verso Venezia, nacque il primo grappificio italiano, la distilleria Nardini di Bassano del Grappa. Dopo di essa seguirono molte altre in Veneto, Lombardia, Trentino Alto-Adige e ovviamente Piemonte. La distillazione di Grappa crebbe sempre di più, così le autorità decisero di imporre tasse sulla sua produzione, ma ciò non fermò la distillazione libera e contadina che continuò ad essere pratica clandestinamente.

La grappa si distinse per la sua corroborante efficacia, tanto che aiutò gli alpini e i soldati durante la Grande Guerra, come testimonia il Monte Grappa. In principio era solo grappa bianca, derivante da vinacce miste, ma si sviluppò nel secondo dopoguerra, quando divenne ammorbidita nel gusto. La grappa, conserva ancora tre caratteristiche uniche: semplicità, forza e il fatto di essere bruciante.

Grappa. Non c’è bisogno di aggiungere nessun altro aggettivo per specificare che la bevanda di fronte a noi è stata prodotta in Italia, in una precisa area geografica. Con il regolamento n. 1576 del Consiglio dell’Unione Europea del 12 giugno 1989, si precisa la possibilità per una bevanda spiritosa, grappa inclusa, dell’indicazione geografica. Non solo, con il regolamento, la denominazione grappa, ad esclusione di quella prodotta nel Canton Ticino (Grappa del Ticino) e di una Ice grappa canadese, è riservata esclusivamente all’acquavite di vinacce prodotta in Italia. 100% bevanda spiritosa italiana.

La storia della grappa è molto avvincente, forte come quest’acquavite sa essere. Di grappe ce ne sono tante prodotte in Italia, ma di questo avremo tempo di parlarne. Alla prossima.

L.P.

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