Whisky o Whiskey: Origine e Storia.

IRLANDESE O SCOZZESE? VEDIAMO DOVE NASCE L'ACQUAVITE DI CEREALI. 

Il whisky o whiskey nasce in Irlanda o in Scozia? Per capire bene l’origine del whisky bisogna fare un bel viaggio dettagliato nella storia, ma probabilmente non riusciremo comunque a risalire al primo whisky distillato, ma ci aiuterà a capire che la nascita di questa bevanda è legata all’Irlanda e alla Scozia.

L’arte della distillazione nasce più di 7000 anni fa, prima in India poi in Cina e in Egitto, religiosi e medici sfruttavano il principio dell’ebollizione per creare medicine e disinfettanti, derivati da fiori e piante.

È noto che il whisky viene distillato in Scozia da secoli, ma molteplici sono le ipotesi delle sue origini, molti affermano che fu introdotto nel paese da monaci missionari di ritorno dall’Irlanda. Si narra infatti che nel 1172 Enrico II d’Inghilterra invasore d’Irlanda, trovò già nel paese la distillazione di whisky.

Si pensa infatti, per tradizione, che sia stato San Patrizio ad introdurre per primo l’arte della distillazione in Europa. Gli avvenimenti narrano che un gruppo di tenaci celti di lingua gaelica in fuga dall’isola verde, i futuri scoti (popolazione celtica cristianizzata proveniente dall’Irlanda e insediata nel VI secolo in Scozia), approdarono sulle coste delle Highlands e vi introdussero l’uso di produrre acquavite, uisge beatha  in gaelico, che significa letteralmente “acqua di vita”. Da questo termine, per correzione, si hanno gli odierni whiskey in irlandese e whisky in scozzese. Probabilmente l’arte della distillazione di cereali viene introdotta dall’Irlanda nell’alto Medioevo.

Il primo vero e proprio documento in cui si trova un accenno al whisky è del 1494, nel registro dei Conti dello Scacchiere scozzese, l’Exchequer Roll. In questo atto, tuttora perfettamente conversato e leggibile negli archivi di stato, viene impartito l’ordine scritto di consegnare a John Cor, un frate dell’ordine dei Tironiani che viveva nell’abbazia di Lindores a Fife. La dicitura è questa: “Eigt bolls of malt to Friar John wherith tomake aquavitae” – Otto grandi sacchi di malto a Fra’ Giovanni affinché ne faccia acqua di vite! – Tale richiesta è la prima testimonianza scritta e nota riguardante la produzione del distillato scozzese.

Il nome del distillato che in origine era uisge breatha si trasforma e diventa, nel XVII secolo, uiskie e poco dopo nel 1715 whiskie. Nel 1736, dopo l’Union Act che riunisce i parlamenti inglese e scozzese, compare per la prima volta il nome whisky, odierna grafia dell’antica parola gaelica.

Nel regno di Scozia, si disponeva con facilità di riserve di grano e di orzo da trasformare in alcol; tale situazione provocò una forte diffusione della produzione di acqua vitae. La produzione del distillato si protrae tra legalità e illegalità fino al XIX secolo, cause le alte tasse sul malto. Poco dopo l’Union Act il parlamento cercò di allineare la normativa scozzese con quella dell’Inghilterra emanando una tassa sul malto, ma questo provocò una forte rivolta del popolo da convincere il parlamento ad abrogare. Nel 1725 accadde la stessa cosa, alla fine il Parlamento riuscì ad imporre una tassa sul malto e a vietare la distillazione per uso privato.

La situazione migliorò nel 1823 con l’Excise Act, dopo il Wash Act, che ridusse la tassa di fabbricazione dell’acquavite. Con l’effetto di questo cambiamento diminuisce l’illegalità, ma non sparisce, e si registra un forte sviluppo negli ultimi anni dell’800, quando i vigneti europei sono distrutti dalla fillossera e si azzera la produzione di cognac e brandy, grazie a questo il whisky conquista la fama internazionale.

Scotch, Irish, Canadian, Bourbon, Rye, Sour mash, sono tante le tipologie di whisky o whiskey, distillati da orzo, avena, frumento, segale e granoturco. Un discorso lungo che riprenderemo.

L.P.

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